Il Mestiere dello Scalpellino
Origini, cambiamenti e Musei dedicati agli Scalpellini
Il mestiere dello scalpellino per innumerevoli secoli è stato considerato un lavoro secondario, tanto da prendere l’appellativo di “scultori senza arte”.
Infatti, gli scalpellini, sin dal tempo degli antichi egizi, dei greci e dei romani, venivano definiti come “operai di cava che tagliano la pietra e la lavorano con le punte e lo scalpello per costruire opere in serie”.
Armato di Scalpello, Subbia e Martellina, creava copie di fregi e veri e propri componenti architettonici, utilizzati per decorare piazze, palazzi, fontane… .
Nonostante l’immenso patrimonio legato all’opera degli scalpellini, l’unica forma d’arte che gli veniva riconosciuta era la profonda conoscenza dei materiali che lavoravano e delle conseguenti tecniche di lavorazione.
Il mestiere dello scalpellino era un mestiere molto duro, soprattutto per le condizioni di lavoro.
Quest’oggi gli scalpellini in cava sono quasi del tutto scomparsi, questo grazie anche agli innumerevoli miglioramenti tecnologici.
Innumerevoli invece sono le botteghe e i laboratori dove tutt’oggi è ancora possibile osservare all’opera questi fantastici artisti.
All’Opera del Duomo a Firenze ad esempio, è possibile osservare all’opera maestri scalpellini. Altri musei li troviamo a Boleto, il Museo dello Scalpellino, il Museo della Pietra e degli Scalpellini a Longarone, il Museo della Pietra Serena di Firenzuola, il Museo la Beola e lo Scalpellino in Valle Ossola, il Museo del Territorio Arte degli Scalpellini a Sant’Ippolito.
Inoltre tra gli eventi da ricordare traviamo a Firenzuola, in onore della Pietra Serena, l’evento-mostra Dal Bosco e dalla Pietra.